Sì del Senato al ritorno delle Province in Fvg

Il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di legge costituzionale che modifica lo Statuto speciale del Fvg, prevedendo la reintroduzione delle province elettive, a distanza di meno di dieci anni dalla loro abolizione. Il voto di Palazzo Madama – 85 favorevoli, 45 contrari, 10 astenuti – rappresenta una tappa chiave nel percorso legislativo che porterà, se confermato in seconda lettura da entrambe le Camere, alla ricostituzione degli enti intermedi.
Soddisfazione è stata espressa dall’On. Walter Rizzetto, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Friuli Venezia Giulia e Presidente della Commissione Lavoro della Camera. In una nota Rizzetto afferma che “sono soddisfatto per l’approvazione in Senato del disegno di legge costituzionale che modifica lo statuto speciale del Friuli-Venezia Giulia e che, tra l’altro, andrà a reintrodurre le Province con l’elezione diretta. Noi daremo di nuovo dignità alle Province dotandoli di personale altamente qualificato. Siamo quasi alla fine di un percorso voluto da questa maggioranza, si tratta di un tema su cui Fratelli d’Italia ha sempre prestato la massima attenzione. Chi in passato ha abolito le Province ha commesso un grave errore, che non ha portato a nessun risparmio e non ha snellito il sistema. Andremo a rimediare al deficit organizzativo in termini di carenza nei servizi dei cittadini. La proposta di legge, nata da un’iniziativa del Consiglio regionale, ha avuto il primo via libera alla Camera il 23 ottobre scorso e adesso torna alla Camera per il terzo dei quattro passaggi parlamentari”.
Entusiasta l’assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, che ha salutato il voto come “un ulteriore passo verso il ripristino della democrazia, restituendo ai cittadini il controllo, tramite il voto, sulla gestione di funzioni esercitate con risorse pubbliche a loro beneficio”. Per l’esponente della Giunta regionale, si tratta di “una bella notizia, che auspichiamo, essendo una legge di revisione costituzionale, di vedere confermata con una seconda lettura in autunno o – ha concluso – al più tardi all’inizio del 2026“.
Ma se il centrodestra esulta, non manca l’opposizione. La senatrice Tatjana Rojc (Pd), intervenuta in aula, ha criticato la riforma parlando di “voto contrario nel merito e nel metodo” e sottolineando come l’abolizione delle province, avvenuta tra il 2013 e il 2016, fosse stata approvata all’unanimità e motivata da un processo di riforma condiviso. “Ci si chiede se questo voltafaccia sia davvero giustificato o semplicemente strumentale”, ha affermato, aggiungendo che la scelta rischia di ridurre il rilievo delle minoranze linguistiche e di indebolire la specialità regionale.
Ciao mondo!